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Immigrati in auto blu. "Compriamo quelle di Bossi e Fini!"

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Il governo mette all’asta le macchine di rappresentanza? Un consorzio di cooperative sociali di Genova lancia una colletta: “Le useremo per gli ospiti dei centri di accoglienza”

Roma, 31 marzo 2014 - E se sulle auto blu utilizzate da Umberto Bossi, Gianfranco Fini o Roberto Maroni viaggiasse chi ha vissuto e vive sulla sua pelle gli effetti della famigerata legge che porta i loro nomi?

È l’idea lanciata da Agorà, un consorzio di cooperative sociali liguri che si occupano di servizi alla persona. Tra le altre cose, i suoi operatori lavorano accanto ai migranti, soprattutto forzati: persone scappate da persecuzioni e discriminazioni che hanno cercato salvezza in Italia.

L’occasione è la decisione del governo Renzi di mettere all’asta su ebay le auto blu dismesse dai ministeri. Ieri è iniziata la prima trance, con venticinque tra Thesis, Alfette e Bmw provenienti dal Viminale. Strizzando l’occhio alla retorica anticasta, si vogliono insomma far accomodare cittadini comuni sui sedili che finora hanno accolto gli alti papaveri delle nostre istituzioni.

Agorà ha pensato quindi a “un’operazione dal grande valore simbolico, per ‘riscattare’ l’uso di auto che fino a ieri sono state utilizzate anche per accompagnare coloro che hanno redatto la legge sull’immigrazione, per metterle ora a disposizione degli immigrati. L’obiettivo è “acquistare all'asta l'auto blu di Bossi, di Fini o, comunque, di un esponente dei passati governi, per utilizzarla come auto di servizio per le strutture di accoglienza per cittadini extracomunitari richiedenti protezione internazionale site a Genova e provincia”.

Per sostenere l’iniziativa,è nata una colletta online. La donazione minima è di due euro, chi ne versa almeno cinque conquista anche un grazie sulla pagina facebook di Agorà, mentre  per i generosissimi che arrivano a mille, oltre ai ringraziamenti, sono previsti anche una gita a genova, un souvenir e la visita dei centri di accoglienza gestiti dal consorzio, naturalmente a bordo dell’auto  blu acquistata.

 “Pensiamo  che queste macchine potrebbero avere una seconda vita” spiega Simona Binello di Agorà. “Saranno utilizzate da educatori che portano a scuola o a fare le visite mediche persone che sono bisognose di aiuto, pensiamo davvero che questo potrebbe essere un modo per fornire un’altra destinazione di uso ad auto utilizzate finora come benefit di lusso”.

EP


Bari. Arrestohet i kërkuari Binaj. Me identitet të rremë hiqej si agjent sekret

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25-vjeçari Julian Binaj i dënuar me 4 vjet burg për trafikim droge është kapur. Nuk ka arritur “t’u mbushë mendjen” forcave të rendit se është agjent i shërbimeve sekrete shqiptare

Romë, 31 mars 2014 – Financierët e kanë ndaluar në Cassano Murge të Barit. 25-vjeçari u ka treguar një pasaportë me emrin Julain Pallaj, për më tepër u ka thënë edhe që është një agjent i shërbimeve sekrete shqiptare.

Asgjë e vërtetë. Hetuesit janë të bindur që është Julian Binaj, 25 vjeç. Kërkohej nga organet e drejtësisë sepse gjykata e Firences e ka dënuar me vendim përfundimtar me 4 vjet heqje lirie për trafik ndërkombëtar droge. Pasi ishte larguar nga San Giovanni Valdarno të Arezzos ku kish pasur rezidencën, kish humbur gjurmët. Vetëm muajt e fundit, forcat speciale të Guardia di Finanza kishin të dhëna se Binaj gjendej në provincën e Barit. Dhe e kanë gjetur pikërisht në sheshin Garibaldi, në qendër të Cassano Murge-s të provincës së Barit.

Ky nuk është rasti i parë, mes shqiptarëve, që një i kërkuar hiqet si agjent sekret. Para dy vjetëve, në Milano, një 42-vjeçar, të cilit policia i gjen drogë në shtëpi, mundohet t’ia hedhë duke thënë se është agjent i shërbimeve sekrete.

Mussolini nuk është më qytetar nderi i Torinos

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Këshilli bashkiak ka votuar heqjen e titullit “Qytetar Nderi” dhënë Benito Mussolinit në vitin 1924

Romë, 1 prill 2014 – Pas plot 90 vjetëve, Benito Mussolini nuk është më qytetar nderi i kryeqendrës së Piemontes. Kështu ka vendosur pas një debati të ndezur këshilli bashkiak i qytetit. Mussolinit, themelues i fashizmit në Itali, kryeministër e diktator i vendit nga 1922 deri në 1943, ky titull i ish akorduar me një dekret mbretëror më 11 maj 1924.

Për Michele Paolinon, kryetari i grupit të këshilltarëve të PD-së që ka paraqitur mocionin e heqjes së titullit të nderit Mussolinit, ky akt ishte “një detyrim që duhej përmbushur në respekt të identitetit antifashist të qytetit. Mussolini e shndërroi Italinë në protagoniste të Luftës II Botërore duke e renditur atë përkrah nazistëve gjermanë”.

Këshilltarët e Legës, Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero, në shenjë proteste, kanë hapur në sallë një flamur të BRSS. Duke e konsideruar të parëndësishëm për jetën e torinezëve këtë mocion të PD-së, kanë deklaruar: “Meqë nuk po flasim për gjëra serioze e konkrete për qytetarët, kërkojmë që rrugës Bashkimi Sovjetik t’i ndërrohet emri. Të zhdukim nga qyteti edhe çdo referim ndaj ideologjisë komuniste që ka provokuar miliona të vdekur”.

Pas një ore e gjysmë debat, mocioni kaloi me 29 vota në favor të mocionit, 3 kundër (këshilltarët e Fratelli d’Italia e Forza Italia) dhe abstenimin e 5 këshilltarëve, (të Legës dhe të NCD Nuovo Centro Destra e Alfanos).

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Malattie professionali. "Stranieri poco informati, molto meno degli italiani"

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La maggior parte non sa bene cosa sono e teme ripercussioni da parte del datore di lavoro in caso di denuncia. Sorgi (Ce.Pa.): “Dati Inail sottostimati, servono azioni di prevenzione”. Studio dell'Ispo

Roma, 2 aprile 2014 – Il 60% degli immigrati non sa bene cosa sia una malattia professionale, mentre tra gli italiani questa percentuale scende al 30%. “Un quadro scoraggiante: la scarsa consapevolezza aumenta i rischi di un 'male di lavoro' che non fa scalpore quanto un infortunio, ma che può arrivare ad uccidere anche a distanza di anni dalla effettiva esposizione”.

E' quanto si legge nello studio 'Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri' presentato oggi a Roma e realizzato da Ispo per conto del Centro Patronati (Ce.Pa.), che riunisce Inas, Inca, Ital e Acli.

"Scopo dell'indagine è sollecitare un confronto -afferma Antonino Sorgi, presidente del Ce.Pa.- con le istituzioni per mettere in campo azioni di prevenzione. I dati che emergono ci fanno supporre che le 47.417 malattie professionali denunciate all'Inail nel 2012 rappresentino solo una parte della realtà, che è fortemente sottostimata".

Lo studio rileva che 7 italiani su 10, contro 4 stranieri su 10, hanno indicato correttamente il significato di malattia professionale. Tra gli italiani, sono comunque in 2 su 10, e tra i giovani 3 su 10, a non saperne dare una definizione. Tra gli stranieri più consapevoli troviamo chi ha un titolo di studio più elevato, chi è in Italia da più tempo, chi proviene dall'America centro-meridionale o dall'Europa centro-orientale e chi risiede nel Nord-Ovest. Minore consapevolezza tra i più giovani, i meno istruiti, i cittadini provenienti dai Paesi asiatici e chi risiede nel Sud o Isole.

Gli stranieri citano più spesso le malattie osteo-muscolari, mentre gli italiani quelle del sistema respiratorio e i tumori. Il 23% degli stranieri non sa indicare alcuna malattia professionale contro l'8% degli italiani. I settori percepiti come più rischiosi sono tendenzialmente gli stessi per italiani e stranieri.

La quota di stranieri che non è consapevole dei diritti in caso di malattia professionale è più alta rispetto agli italiani, ma in entrambi i target è circa un quarto dei rispondenti a indicare l'iter corretto da seguire. L'iter corretto in caso di malattia professionale è individuato in modo abbastanza simile dagli stranieri (31%) e dagli italiani (25%). Il primo atto da compiere è, per la maggioranza di entrambi i campioni, la certificazione della malattia.

In generale, gli stranieri hanno più fiducia degli italiani verso tutti gli attori che si occupano di salute e lavoro (eccetto che verso i consulenti). La massima fiducia viene accordata al medico di base, sia da parte degli stranieri che da parte degli italiani. Al secondo posto si trovano, per entrambi i target, i patronati: 7 stranieri su 10 e 6 italiani su 10 dicono di fidarsi di loro. Di servizi sociali si fida circa la metà degli stranieri, ma meno della metà degli italiani.

In caso di malattia professionale, i timori di subire intimidazioni sul piano lavorativo e personale sono alti per entrambi i target. Per la maggioranza, diviene quindi fondamentale avvalersi di apposite agenzie, per gestire il rapporto con il proprio datore di lavoro. Nello specifico, circa 7 italiani e 7 stranieri su 10 ritengono che il dipendente che ha contratto una malattia professionale potrebbe rinunciare in partenza ad ottenere il risarcimento per timore di perdere il lavoro.

Per circa 4 stranieri su 10 e per 3 italiani su 10, l'attenzione alla salute sul proprio posto di lavoro è bassa. Il responsabile per la sicurezza è conosciuto da circa 6 italiani su 10 e da 5 stranieri su 10. L'attenzione alla salute sul lavoro in Italia viene percepita come più presente dagli stranieri rispetto agli italiani ma, viceversa, l'attenzione alla salute con riferimento al proprio posto di lavoro viene percepita come più bassa dagli stranieri rispetto agli italiani.

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Trafik droge mes Shqipërisë e Sicilisë. Arrestohen 23 persona, 4 janë shqiptarë

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Me një operacion të gjerë policie në provinca të ndryshme të Sicilisë, por edhe në Romë e në Gioia Tauro të Kalabrisë, janë arrestuar mëngjesin e sotëm 23 persona dhe janë sekuestruar drogë e armë.

Romë, 2 prll 2014 – Në kuadrin e operacionit “Agnellino”, në Comiso, Scicli dhe Santa Croce Camerina të Sicilisë policia ka shkatërruar një rrjet kriminal që administronte trafikun e drogës, në krye të të cilit ishin italianë të grupit mafioz Dominante-Carbonaro dhe disa shqiptarë. Janë arrestuar gjithsej 23 vetë, mes tyre edhe katër shqiptarë Roland Kalemaj (edhe e shoqja italiane e këtij, Bartolomea Arrabito), Armand Hasalla, Shpëtim dhe Ylber Xeka

Sipas forcave të rendit, organizata arrinte të nxirrte disa qindra mijëra euro fitime në muaj. Në krye të saj ishin Emanuele Firrisi, që dyshohet të jetë një eksponent i mafias në Comiso, Antonino Ferrante, me shumë precedentë penalë, eksponent i kriminalitetit të organizuar në Scicli, Roland Kalemaj, pikë referimi e organizatës për furnizimin me drogë të provincës së Ragusës dhe Armand Hasalla, që blinte drogën (qindra kg marihuanë e kokainë) në Shqipëri dhe organizonte transportin e saj në Sicili.

Në operacionin e policisë për shpartallimin e organizatës kriminale, mëngjesin e sotëm janë vënë në lëvizje 180 agjentë të Kuesturave e komisariateve të ndryshme të Sicilisë, Ragusa, Comiso, Vittoria e Modica, Palermo, Catania, Scicli. Disa nga arrestimet janë bërë në edhe në Romë e Gioia Tauro në bashkëpunim me kuesturat e këtyre qyteteve.

Gjatë arrestimeve janë sekuestruar edhe drogë e armë.

Të arrestuarit janë mbyllur në burgjet e Ragusës, Augustës, Siracusës dhe Tarantos në pritje të marrjes në pyetje nga gjykatësi për hetimet paraprake të Catanias.

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Vdes në A4 48-vjeçari Qejvani që dyshohet të ketë vrarë më parë bashkëjetuesen

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Të mërkurën në darkë Astrit Qejvani humbet jetën duke u përplasur me 120 km në orë me një kamion në autostradën A4. Mbi të dyshime të forta se po largohej nga shtëpia e tij në Massa Finalese të Modenës pasi kish masakruar për vdekje gruan me të cilën jetonte, 48-vjeçaren moldave Valentina Paiuc

Romë, 4 prill 2014 – Karabinierët kanë ngritur dyshime të forta mbi 48vjeçarin që ka humbur jetën në autostradën A4, ngjarje që fillimisht dukej si një fatkeqësi rrugore. Është fjala për Astrit Qejvanin që të mërkurën në mbrëmje është përplasur me një Tir ndërsa përshkonte autostradën A4 me veturën e tij Volksëagen dhe ka vdekur në vend.

Të enjten në apartamentin e tij në Massa Finalese të Modenës është gjetur e pajetë, masakruar me çeki, bashkëjetuesja e tij, Valentina Paiuc, moldave, edhe ajo 48 vjeçe. Gruan e kanë gjetur në shtëpinë e Qejvanit karabinierët të vënë në alarm nga e bija që nuk arrinte të kontaktonte të ëmën. Kur kanë hyrë në apartament e kanë gjetur në një pellg me gjak, pranë trupit, një karrike të thyer dhe një çekiç.

Hetimet kanë nisur në drejtim të bashkëjetuesit të saj Qejvani, për të cilin karabinierët mësojnë menjëherë se ka vdekur në aksidentin e të mërkurës në mbrëmje.

Janë të paktë ata që besojnë në koinçidencën tragjike, ndaj karabinierët kanë nisur verifikimet. Janë të mendimit se Qejvani, pasi ka masakruar për vdekje gruan ka marrë makinën dhe është larguar nga apartamenti i tij. Deri në darkë kur edhe ai vetë ka gjetur vdekjen në autostradë. Në asfalt nuk ka shenja frenimi ndaj dyshohet se ai ka planifikuar aksidentin për të vrarë veten

Por këto janë akoma vetëm dyshime të ngritura të enjten pas zbulimit të trupit të bashkëjetueses së tij. Fillimisht policia rrugore shpjegonte mungesën e frenimit, duke supozuar se Qejvani mund të ishte përgjumuar apo të ishte ndier papritur keq.

Astrit Qejvani ishte punëtor në një fabrikë qeramikash e jetonte në Itali nga viti 1997.

Shqiptari i Italisë
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Motrat e vrara nga e ëma. Autopsia: janë qëlluar me thikë nga 30 herë secila

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Të tmerrshme detajet që sot jepen nga mjekët ligjorë që kanë bërë autopsinë e motrave Dobrushi. Hetuesit, që kanë në dorë rezultatet e kanë marrë në pyetje të ëmën, flasin për “egërsi të paparë”

Romë, 4 prill 2014 – Edlira Dobrushi ka vrarë të bijat me një “egërsi të paparë”. Nga raporti i mjekëve ligjorë që kanë bërë autopsinë e vajzave del se ato kanë nga 30 plagë thike në trup. Në çastin e çmendurisë, nëna i ka qëlluar e qëlluar dhjetëra herë, pa pushim e me një egërsi të paparë. Ndërkaq gruaja është nxjerrë nga spitali, ku përfundoi pas vrasjes së vajzave dhe tentativës për të vrarë veten. Nga 1 prilli gjendet e mbyllur në burgun e Comos me akuzën e vrasjes së shumëfishtë me rrethanat rënduese të lidhjes së gjakut me viktimat. Vendosmëria dhe egërsia me të cilat ka qëlluar mbi vajzat e saj, natyrisht vetëm e rëndon akuzën ndaj saj. Hetuesit e forcat e rendit që kanë parë vendngjarjen, kanë dëgjuar përgjigjet e gruas dhe kanë në dorë rezultatet e autopsisë flasin për “egërsi të paparë” dhe për një “skenë krimi si të ishte film horrori”.

Janë këto të rejat e fundit që e bëjnë edhe më të tmerrshme tragjedinë familjare që preku familjen shqiptare Dobrushi, në të cilën në fillim të marsit nëna u kthye në xhelatin e tre vajzave të saj, Simona, 13 vjeçe, Keisi, 10, dhe Sindi,  4 vjeçe. Krimin e saj të rëndë e ka shpjeguar gjithnjë me dëshpërimin që provonte kur mendonte se të bijat do të kishin një jetë të dëshpëruar e në varfëri për shkak të ndarjes së saj nga i shoqi, babai i vajzave.

Mbi këtë temë:
Tragjedi familjare në Lecco. Nëna vret me thikë tre vajzat e saj
Qyteti në zi për tre motrat e vrara nga nëna
Bashkim Dobrushi të bijave: “Ju kërkoj ndjesë”
Me lot e dhimbje, qyteti u jep lamtumirën tri motrave Dobrushi

K.B. Shqiptari i Italisë
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Lecce. Vritet me plumb në ballë bariu 23-vjeçar Hyraj

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Trupi i pajetë i Qamil Hyrajt është zbuluar të dielën pasdite. Sipas karabinierëve, shkak mund të ketë qenë ndonjë zënie mes barinjve të zonës, që ka degjeneruar më pas në vrasje

Romë, 7 prill 2014 – Bariu Qamil Hyraj, 23 vjeç, është gjetur i vrarë me pistoletë në fushat e Porto Cesareos, në Torre Lapillo të dielën pasdite.

Sipas karabinierëve që po hetojnë mbi këtë vrasje, ka marrë plumb në ballë, gjë që bën të dyshohet për një ekzekutim të mirëfilltë për larje hesapesh, ndoshta për ndonjë zënie mes barinjve të zonës, që ka degjeneruar më pas me vrasje.

Vrasja ka ndodhur përpara hyrjes së kampingut Torre Castiglione zonë ku gjenden shumë shtëpi që përdoren gjatë pushimeve verore dhe që në këtë periudhë të vitit janë të pabanuara. Hyraj ishte aty duke kullotur bagëtinë e ndërmarrjes bujqësore për të cilën punonte.

Trupi është zbuluar të dielën nga një mik i Hyrajt, Angelo Rio, që po i çonte drekën. Viktima ishte në mes të rrugës në krah të kampingut. Në vendngjarje kanë shkuar më pas karabinierët, mjeku ligjor dhe prokurori.

Hyraj pëshkruhet si njeri i qetë dhe pa probleme. Kohët e fundit kish qenë në Shqipëri të familja, dhe ish kthyer rreth dhjetë ditë më parë.

 


Vlorë. Sekuestrohen 1,6 tonë drogë, ndalohet një person

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Sipas forcave të rendit sasia e drogës, më e madhja e sekuestruar njëherazi në Vlorë gjatë këtij viti, do të imbarkohej në drejtim të Italisë

Tiranë, 7 prill 2014 - Policia e Vlorës ka sekuestruar të dielën një sasi prej 1,6 tonë lëndë narkotike, ka arrestuar një person dhe po kërkon disa të tjerë të dyshuar për përfshirje në këtë rast. Mendohet që lënda narkotike e bllokuar do të imbarkohej në një mjet lundrues dhe do të trafikohej drejt Italisë. Kjo është sasia më e madhe e lëndës narkotike që është zbuluar njëherazi gjatë këtij viti nga policia e Vlorës.

Burime zyrtare të policisë lokale kanë bërë të ditur për ATSh-në se, lënda narkotike u bllokua në vendin e quajtur “Hidrovori i Akërnisë”, 15 km në veriperëndim të Vlorës, gjatë një operacioni të përbashkët të strukturave Kundër Narkotikëve në Drejtorinë e Policisë, të koduar me emrin “Eklips 2014”, me mbështetjen e Repartit Delta Force si dhe efektiva të Drejtorisë së Policisë së Kufirit.

Sipas policisë, lënda narkotike u zbulua në një furgon tip “Mercedes Benz” që ka rezultuar të jetë vjedhur në qytetin e Gjirokastrës. Gjatë këtij operacioni, që vazhdoi deri në orët e vona të të dielës, u sekuestruan edhe një traktor që shërbente për të nxjerrë mjetet lundruese nga toka në det, një automjet fuoristradë “Nissan Patrol” si dhe 15 bidona me lëndë djegëse benzinë

Policia ka ndaluar 50 vjeçarin Thanas Golemi, nga fshati Xhyherinë (Vlorë) i cili po drejtonte traktorin në afërsi të vendit ku u sekuestrua lënda narkotike dhe ka shpallur në kërkim disa persona të tjerë që dyshohet se kanë organziuar trafikimin e lëndës narkotike, emrat e të cilëve nuk bëhen të ditur për arsye hetimi.

 

Droga e Lazaratit në “Porta a Porta”

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Sipas emisionit të gazetarit Bruno Vespa, të ardhurat vjetore të drogës së prodhuar në Lazarat arrijnë në rreth 4 miliardë euro në vit, që do të thotë gjysma e PBB të vendit. Ministri i Brendshëm  Saimir Tahiri: “Lazarati nuk duhet luftuar por duhet shpëtuar. Një operacion policor nuk do të mjaftonte, sepse duhet menduar më parë  për gjetjen e mjeteve për zhvillimin ekonomik e shoqëror të zonës”

Romë, 8 prill 2014 - Emisioni i mbrëmshëm i RAI 1 ka trajtuar edhe problemin e lumit të drogës që nga Lazarati vërshon drejt Evropës, kryesisht përmes Italisë.

I dërguari i Bruno Vespës në Shqipëri takon ministrin e Brendshëm shqiptar Saimir Tahiri, që deklaron: “Lazarati nuk duhet luftuar por duhet shpëtuar. Një operacion policor nuk mjafton, sepse duhet menduar për të nesërmen”. Sipas tij, “e rëndësishme është gjetja e mjeteve për zhvillimin ekonomik e shoqëror”. Me pak fjalë, duket se qeveria e pranon që Lazarati “mbahet” me kultivimin e lëndëve narkotike, dhe heqja e kësaj mundësie “ekonomike” kërkon gjetjen e një rruge të re zhvillimi. Pak a shumë të njëjtën gjë pranon edhe kryetari i komunës Lazarat: “E di që në fshatin tim ka shumë marihuanë por nuk e di ku shkon. Bashkëfshatarët e mi janë të detyruar të kultivojnë drogën për të rritur fëmijët. Po përpiqemi të gjejmë mundësi të reja ekonomike”. Po a nuk ka ardhur koha që të mendohet për "gjetjen e mjeteve për zhvillimin ekonomik e shoqëror" (mundësisht të ligjshme) edhe të kësaj zone të Shqipërisë? E logjika të thotë se janë pikërisht këta persona që e teorizojnë këtë gjë, ata që duhet ta bëjnë. Deri tani nuk është thënë në ç'drejtim po punohet, por gjithnjë është pranuar se "nuk mjafton operacioni policor" dhe vazhdohet të bllokohen sasi të jashtëzakonshme në të dyja anët e Adriatikut.

Personat e tjerë të takuar nga gazetari e thonë hapur se merren me kultivimin e e trafikimin e drogës. Një 70-vjeçar mbjell kanabis prej dhjetë vjetësh dhe i japin 10 euro në ditë. Një skafist thotë se në vend të klandestinëve tani sjell në brigjet italiane (me gomone bën një apo dy udhëtime në muaj) drogë dhe se i paguajnë 200 euro për çdo kg.

Porta a Porta rendit edhe disa shifra të policisë që të fusin frikën: në Lazarat ka 350 mijë rrënjë kanabis në 320 ha tokë, 90% e familjeve të fshatit merret me kultivimin e marihuanës, çdo familje prodhon rreth një ton drogë në vit, çdo kg shitet për 300 euro. Shifra më marramendëse? Ajo e të ardhurave vjetore të drogës së prodhuar e trafikuar: arrijnë në rreth 4 miliardë euro në vit, që do të thotë gjysma e PBB të vendit.

K.B. Shqiptari i Italisë
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Ja filmimet dhe intervistat e realizuara nga “Porta a Porta” në Shqipëri:

Vdekja në burg e Ilia Karelit

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Torturat çnjerëzore në burgun e Nigritës në Greqi që i shkaktuan vdekjen 42-vjeçarit e për të cilat janë paditur 15 roje e punonjës të burgut dokumentohen edhe me video e foto.  I botojnë mediat greke

Romë, 11 prill 2014 –Vdekja në burgun grek të Nigritës  e 42-vjeçarit shqiptar Kudret Kume, i njohur me emrin Ilia Kareli dokumentohet tashmë me foto e video. Imazhet e marra nga telekamerat e burgut ku u masakrua për vdekje pasditen e 27 marsit nga rojet e burgut, janë rrëqethëse dhe nuk lënë shumë vend për dyshime mbi fajësinë e personelit të burgut, përfshirë edhe drejtorin e tij që edhe pse nuk merr pjesë në rrahje është në dijeni të asaj çka ndodh.

Nga timecode i videos kuptohet qartë se Kareli futet në burgun e Nigritës me këmbët e veta në orën 15.45 të 27 marsit. Mbërrin këtu nga burgu i Malandrinos, ku më 25 mars ka vrarë një roje.

Me të mbërritur në burgun e Nigritës, shoqërohet nga dhjetë roje të burgut në një dhomë që njihet me emrin “frigorifer”, ndërsa i përgatisin qelinë e tij. Në “frigorifer” Kareli qëndron për rreth tre orë, gjatë të cilave rojet e burgut e kanë torturuar në mënyrë barbare. Del prej andej, gjysmë i zhveshur, i tërhequr thuajse zvarrë nga rojet në orën 18.37. Rreth orës 19.25 i çojnë darkën në qeli, dhe rreth orës 23.30, pasi shohin që nuk lëviz prej dy orësh, rojet zbulojnë se Kareli i shtrirë në krevat nuk jep shenja jete. Në orën 23.54 vjen ekipi mjekësor me barelë, por për Karelin është tepër vonë: mjeku nuk mund të bëjë tjetër veçse të konstatojë vdekjen e tij.

Kjo është ajo çka jep videoja 5 minutëshe e botuar online nga gazeta greke “Kathimerini” të enjten më 10 prill, dy javë pas vdekjes së Karelit, duke dokumentuar kështu edhe me video atë çka atij i ndodhi në burg gjë që kishte dalë në dritë edhe nga autopsia.

Videoja përmbledhëse e orëve të fundit të jetës së Ilia Karelit:

Për këtë ngjarje prej disa ditësh janë akuzuar 15 roje të burgut, por jo drejtori edhe pse në video duket se ai është i pranishëm dhe s’ka si të mos jetë në dijeni të rrahjes së Karelit. Nga tetë prej të akuzuarve që janë marrë në pyetje, gjashtë janë arrestuar, ndërsa dy janë lënë të ndiqen në gjendje lirie. Shtatë të tjerët do të merren në pyetje ditët në vijim.

Sikur të mos mjaftonte, vdekja brutale, nga autopsia e përsëritur në Shqipëri me kërkesë të familjarëve u mësua që Ilia Karelit i mungonte zemra, gjë për të cilën nuk ishte thënë asnjë fjalë deri në atë çast. Autoritetet greke pranuan më pas se e kishin mbajtur për ekzaminime të mëtejshme.

Në fakt sot, 15 ditë pas vdekjes mbërrijnë edhe rezultatet e analizave histologjike të indeve të zemres dhe të trupit të tij. Sipas mjekëve ligjorë grekë, ka rezultuar se 42-vjecari shqiptar ka pasur një problem në një nga tre enët koronare, i shkaktuar nga një defekt i valvulave të zemrës, i cili në kombinim me thyerjen e disa brinjëve në kafazin e kraharorit ka shkaktuar vdekjen e tij. Ata deklarojnë gjithashtu se mbi Karelin nuk është ushtruar dhunë me ndonjë aparat që shkakton elektroshok dhe se plaga në dorën e tij është shumë më e vjetër.

Padova. Vincenzo Romania si candita: “Anche per una giusta politica per l'integrazione”

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Vincenzo Romania, classe 1976, docente di Sociologia all'università di Padova, autore di diversi libri, tra cui “Farsi passare per italiani”, si candita per il prossimo consiglio comunale nelle file di SEL. “Se sarò consigliere comunale, - scrive nel suo comunicato – mi impegnerò soprattutto far funzionare le mie esperienze e competenze, in particolare nel settore dell’immigrazione”

Negli ultimi decenni, in Italia ci siamo abituati a dividere il mondo politico in due nette parti, in “loro” ed in “noi”, in cui loro sembrano sempre persone distanti dalla realtà, pronte a puntare il dito ed addebitare colpe a “noi” e con un inimitabile fare camaleontico sedersi per poche ore ai nostri tavoli e chiederci il voto.

Nonostante i costanti tentativi di far passare la politica per un affare, ci sono sempre state persone che credono fermamente nel suo valore, che combattono in silenzio i demoni che si sono appropriati del bene comune, che lottano contro quella macchia d'olio di corruzione e pregiudizio che avvolge l'”affare” in nome della uguaglianza, della partecipazione e democrazia.

Una di esse, è Vincenzo Romania, classe 1976, docente di Sociologia all'università di Padova, autore di diversi libri, tra cui “Farsi passare per italiani”, “Identità e performance”, “La città interculturale” ecc, attualmente detiene la cattedra di Sociologia della Comunicazione all'università di Padova, ricercatore e membro del Collegio docenti della Scuola di dottorato in “Scienze Sociali” e del comitato scientifico del Master in Studi sull’Islam d’Europa e della Commissione Scientifica di Area e coordinatore scientifico dei mediatori culturali pe il Comune di Padova.

In pochi avrebbero mai immaginato che Vincenzo Romania, con il suo percorso ed il suo fare estraneo ai marchingegni politici, avrebbe avuto il coraggio e, per certi versi la svista, di “buttarsi” in politica.

Una decisione comunicata direttamente sul suo blog, senza troppa pubblicità, senza colori sfarzosi, senza esaltazioni clamorose, un semplice e breve comunicato: “Alla fine l’ho fatto: mi candiderò anche io alle prossime elezioni comunali, nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà.(...)”.

“Se sarò consigliere comunale, - scrive nel suo comunicato – mi impegnerò soprattutto far funzionare le mie esperienze e competenze, in particolare nel settore dell’immigrazione. Sono stanco di una destra e di una sinistra incapaci di pensare un attimo, e di uscire fuori dalle semplici soluzioni securitarie ai problemi. E sono stanco anche di chi vuole decostruire le politiche in essere, senza partecipare alle maggioranza che le propone. Bisogna piuttosto studiare strategie di dialogo e di intervento, e al di là della demagogia è tutt’altro che semplice”.

“Se avrò la fortuna di diventare consigliere comunale, proverò a imparare dai risultati delle ricerche condotte a Padova e dal periodo in cui ho coordinato i servizi di mediazione culturale, ho valutato i servizi di mediazione abitativa e partecipato ai lavori dello Sportello per i Richiedenti Asilo e Rifugiati per questo Comune. Per il resto, credo in valori di uguaglianza, di superamento delle disuguaglianze, di sviluppo sostenibile, di contenimento della cementificazione, di valorizzazione della cultura, di liberalizzazione degli eventi musicali in città e questi orienteranno le mie scelte future. Spero di partecipare a questa avventura, e di portare avanti tutto, ripeto, con spirito sereno, con il sorriso sulle labbra, come quello del sole che ride”.

Un comunicato che ci ha sorpreso tanto quanto ci ha entusiasmato. E come ogni notizia che vale la pena dare, piena di contenuti, storia e concretezza, abbiamo rivolto immediatamente qualche domanda a dott. Romania per capire la sua forza-coraggio che l'ha portata alla decisione di candidarsi. Una decisione che inevitabilmente le porterà sostegno e inimicizie, volti della scelta che dott. Romania sembra abbia tenuto bene in considerazione.

Prof. Romania, la notizia della sua prossima candidatura ci ha colti di sorpresa, di ottima sorpresa, ma non posso non chiederle, perché sul vasto panorama politico italiano lei ha scelto proprio la lista SEL?

Ho scelto una lista come Sel, perché schiera al suo interno, a Padova, molti immigrati, delle comunità rumene, nigeriane e marocchine, oltre che un mediatore e ricercatori come me che si occupano di migrazioni. E' una lista da sempre attenta alle differenze e ai diritti civili e ciò sta scomparendo dagli interessi della nuova sinistra italiana.

Quindi, il Partito Democratico italiano, il più grande del territorio e che si è da sempre presentato vicino agli ultimi, ha mancato qualche appuntamento? Cos'è che ha in meno di SEL?

La lista SEL di Padova si schiera in coalizione con il Pd alle prossime elezioni. Dal mio punto di vista, il Pd non è una realtà manchevole, ma una realtà onnicomprendente: nasce da un compromesso storico fra più anime e soffre del compromesso fra le stesse. E' perciò spesso bloccato su posizioni non definite, rispetto a temi importanti. Resta tuttavia un partito fondamentale nel nostro panorama politico, verso cui esprimo il mio rispetto.

È chiaro che nonostante i principi democratici della sinistra italiana, l'Italia è portatrice di una grande pecca sul tema integrazione. Secondo lei, che da sempre studia l'immigrazione e si impegna perché non sia considerato una minaccia, qual è la base del problema? Perché dopo decenni, l'italiano medio si trova ancora a diffidare dello straniero, come l'intruso?

Il grande difetto della relazione italiana alle differenze è quello di non superare la precarietà degli interventi, non accettare un cambiamento culturale, sociale, politico, irreversibile; continuare a far sì che gli interessi economici prevarichino sullo sforzo politico di governance globale dei fenomeni; non attuare strategie di miglioramento dei modelli integrativi, ma fossilizzarsi sugli aspetti del controllo e sulla riduzione della visibilità degli immigrati nello spazio pubblico. Tutto ciò da vita a una situazione di assimilazionismo di fatto, contrario ai diritti costituzionali di libertà di espressione e di culto.

Non crede che i mass media siano colpevoli quanto la mala politica su questo? Leggere in prima pagina dello straniero criminale, dove prima viene segnalato la provenienza e poi il crimine ed incontrare, raramente, notizie di uno straniero “per bene” crede siano frutto dell’interesse economico che accresce toccando le pance dei cittadini?

Le responsabilità dei media e quelli della politica sono difficilmente distinguibili in un sistema come quello italiano di fortissima compenetrazione fra informazione e potere politico. Se è vero che sul piano locale e più in generale nell'informazione vige un principio anche economico di spettacolarizzazione degli aspetti critici dell'integrazione, il panico morale ha però origine, soprattutto, nell'utilizzo della paura come medium di consenso facile. La politica richiama così la pancia dell'elettorato e addormenta le sue capacità critiche. Sarebbe assolutamente necessario agire per imporre una deontologia seria ai giornalisti sul trattamento dei temi sensibili e, più in generale, rivedere gli aspetti critici del linguaggio con cui percepiamo la diversità.

La diversità a Padova è di casa. Una realtà multietnica con mille sfumature, culture che si fondono e ne condividono la bellezza della città e l'ospitalità dei padovani, ciò non toglie le difficoltà che si incontrano in tutta Italia per una convivenza alla pari e senza pregiudizi. Da dove inizierebbe lei nel tentativo di raggiungere l'integrazione?

Padova è prima di tutto una città universitaria e il messaggio implicito nel sapere universalistico della cultura universitaria è radicale: esso decostruisce ogni superiorità stabilita, mette in discussione le costruzioni sociali, invita a una consapevolezza della relatività delle culture, delle religioni, dei punti di vista del mondo. Una giusta politica locale per l'integrazione deve proprio partire da questo: come nella tradizione olandese, fondare l'integrazione sulle strutture dialogiche, nella consapevolezza, comunque, che sarà un percorso difficile, nel quale il rischio di fallimento è fortissimo.

Darina Zeqiri

Padova. Vincenzo Romania si candida: “Anche per una giusta politica per l'integrazione”

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Vincenzo Romania, classe 1976, docente di Sociologia all'università di Padova, autore di diversi libri, tra cui “Farsi passare per italiani”, si candida per il prossimo consiglio comunale nelle file di SEL. “Se sarò consigliere comunale, - scrive nel suo comunicato – mi impegnerò soprattutto far funzionare le mie esperienze e competenze, in particolare nel settore dell’immigrazione”

Negli ultimi decenni, in Italia ci siamo abituati a dividere il mondo politico in due nette parti, in “loro” ed in “noi”, in cui loro sembrano sempre persone distanti dalla realtà, pronte a puntare il dito ed addebitare colpe a “noi” e con un inimitabile fare camaleontico sedersi per poche ore ai nostri tavoli e chiederci il voto.

Nonostante i costanti tentativi di far passare la politica per un affare, ci sono sempre state persone che credono fermamente nel suo valore, che combattono in silenzio i demoni che si sono appropriati del bene comune, che lottano contro quella macchia d'olio di corruzione e pregiudizio che avvolge l'”affare” in nome della uguaglianza, della partecipazione e democrazia.

Una di esse, è Vincenzo Romania, classe 1976, docente di Sociologia all'università di Padova, autore di diversi libri, tra cui “Farsi passare per italiani”, “Identità e performance”, “La città interculturale” ecc, attualmente detiene la cattedra di Sociologia della Comunicazione all'università di Padova, ricercatore e membro del Collegio docenti della Scuola di dottorato in “Scienze Sociali” e del comitato scientifico del Master in Studi sull’Islam d’Europa e della Commissione Scientifica di Area e coordinatore scientifico dei mediatori culturali pe il Comune di Padova.

In pochi avrebbero mai immaginato che Vincenzo Romania, con il suo percorso ed il suo fare estraneo ai marchingegni politici, avrebbe avuto il coraggio e, per certi versi la svista, di “buttarsi” in politica.

Una decisione comunicata direttamente sul suo blog, senza troppa pubblicità, senza colori sfarzosi, senza esaltazioni clamorose, un semplice e breve comunicato: “Alla fine l’ho fatto: mi candiderò anche io alle prossime elezioni comunali, nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà.(...)”.

“Se sarò consigliere comunale, - scrive nel suo comunicato – mi impegnerò soprattutto far funzionare le mie esperienze e competenze, in particolare nel settore dell’immigrazione. Sono stanco di una destra e di una sinistra incapaci di pensare un attimo, e di uscire fuori dalle semplici soluzioni securitarie ai problemi. E sono stanco anche di chi vuole decostruire le politiche in essere, senza partecipare alle maggioranza che le propone. Bisogna piuttosto studiare strategie di dialogo e di intervento, e al di là della demagogia è tutt’altro che semplice”.

“Se avrò la fortuna di diventare consigliere comunale, proverò a imparare dai risultati delle ricerche condotte a Padova e dal periodo in cui ho coordinato i servizi di mediazione culturale, ho valutato i servizi di mediazione abitativa e partecipato ai lavori dello Sportello per i Richiedenti Asilo e Rifugiati per questo Comune. Per il resto, credo in valori di uguaglianza, di superamento delle disuguaglianze, di sviluppo sostenibile, di contenimento della cementificazione, di valorizzazione della cultura, di liberalizzazione degli eventi musicali in città e questi orienteranno le mie scelte future. Spero di partecipare a questa avventura, e di portare avanti tutto, ripeto, con spirito sereno, con il sorriso sulle labbra, come quello del sole che ride”.

Un comunicato che ci ha sorpreso tanto quanto ci ha entusiasmato. E come ogni notizia che vale la pena dare, piena di contenuti, storia e concretezza, abbiamo rivolto immediatamente qualche domanda a dott. Romania per capire la sua forza-coraggio che l'ha portata alla decisione di candidarsi. Una decisione che inevitabilmente le porterà sostegno e inimicizie, volti della scelta che dott. Romania sembra abbia tenuto bene in considerazione.

Prof. Romania, la notizia della sua prossima candidatura ci ha colti di sorpresa, di ottima sorpresa, ma non posso non chiederle, perché sul vasto panorama politico italiano lei ha scelto proprio la lista SEL?

Ho scelto una lista come Sel, perché schiera al suo interno, a Padova, molti immigrati, delle comunità rumene, nigeriane e marocchine, oltre che un mediatore e ricercatori come me che si occupano di migrazioni. E' una lista da sempre attenta alle differenze e ai diritti civili e ciò sta scomparendo dagli interessi della nuova sinistra italiana.

Quindi, il Partito Democratico italiano, il più grande del territorio e che si è da sempre presentato vicino agli ultimi, ha mancato qualche appuntamento? Cos'è che ha in meno di SEL?

La lista SEL di Padova si schiera in coalizione con il Pd alle prossime elezioni. Dal mio punto di vista, il Pd non è una realtà manchevole, ma una realtà onnicomprendente: nasce da un compromesso storico fra più anime e soffre del compromesso fra le stesse. E' perciò spesso bloccato su posizioni non definite, rispetto a temi importanti. Resta tuttavia un partito fondamentale nel nostro panorama politico, verso cui esprimo il mio rispetto.

È chiaro che nonostante i principi democratici della sinistra italiana, l'Italia è portatrice di una grande pecca sul tema integrazione. Secondo lei, che da sempre studia l'immigrazione e si impegna perché non sia considerato una minaccia, qual è la base del problema? Perché dopo decenni, l'italiano medio si trova ancora a diffidare dello straniero, come l'intruso?

Il grande difetto della relazione italiana alle differenze è quello di non superare la precarietà degli interventi, non accettare un cambiamento culturale, sociale, politico, irreversibile; continuare a far sì che gli interessi economici prevarichino sullo sforzo politico di governance globale dei fenomeni; non attuare strategie di miglioramento dei modelli integrativi, ma fossilizzarsi sugli aspetti del controllo e sulla riduzione della visibilità degli immigrati nello spazio pubblico. Tutto ciò da vita a una situazione di assimilazionismo di fatto, contrario ai diritti costituzionali di libertà di espressione e di culto.

Non crede che i mass media siano colpevoli quanto la mala politica su questo? Leggere in prima pagina dello straniero criminale, dove prima viene segnalato la provenienza e poi il crimine ed incontrare, raramente, notizie di uno straniero “per bene” crede siano frutto dell’interesse economico che accresce toccando le pance dei cittadini?

Le responsabilità dei media e quelli della politica sono difficilmente distinguibili in un sistema come quello italiano di fortissima compenetrazione fra informazione e potere politico. Se è vero che sul piano locale e più in generale nell'informazione vige un principio anche economico di spettacolarizzazione degli aspetti critici dell'integrazione, il panico morale ha però origine, soprattutto, nell'utilizzo della paura come medium di consenso facile. La politica richiama così la pancia dell'elettorato e addormenta le sue capacità critiche. Sarebbe assolutamente necessario agire per imporre una deontologia seria ai giornalisti sul trattamento dei temi sensibili e, più in generale, rivedere gli aspetti critici del linguaggio con cui percepiamo la diversità.

La diversità a Padova è di casa. Una realtà multietnica con mille sfumature, culture che si fondono e ne condividono la bellezza della città e l'ospitalità dei padovani, ciò non toglie le difficoltà che si incontrano in tutta Italia per una convivenza alla pari e senza pregiudizi. Da dove inizierebbe lei nel tentativo di raggiungere l'integrazione?

Padova è prima di tutto una città universitaria e il messaggio implicito nel sapere universalistico della cultura universitaria è radicale: esso decostruisce ogni superiorità stabilita, mette in discussione le costruzioni sociali, invita a una consapevolezza della relatività delle culture, delle religioni, dei punti di vista del mondo. Una giusta politica locale per l'integrazione deve proprio partire da questo: come nella tradizione olandese, fondare l'integrazione sulle strutture dialogiche, nella consapevolezza, comunque, che sarà un percorso difficile, nel quale il rischio di fallimento è fortissimo.

Darina Zeqiri

Standard & Poor's: Ekonomia shqiptare është e qëndrueshme

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Agjencia prestigjioze e vlerësimit të cilësisë së kreditit ndryshon vlerësimin “negativ” të dhënë dhjetorin e shkuar për situatën ekonomike në Shqipëri  në “të qëndrueshëm”

Tiranë, 12 prill 2014 - Agjencia prestigjioze e vlerësimit të cilësisë së kreditit Standard & Poor’s, ka përmirësuar vlerësimin e situatës ekonomike në Shqipëri me parashikim të ndryshuar nga “negativ” në “të qëndrueshëm” duke i dhënë besim politikave të qeverisë për reduktimin e deficitit buxhetor dhe borxhit publik.

“Ne besojmë se ecuria e rritjes së Shqipërisë do të përmirësohet dhe se qeveria do të mbajë angazhimin e vet për konsolidim fiskal, gjë që do të sjellë rënie graduale të borxhit të përgjithshëm të qeverisë. – shprehet agjencia në një njoftim për shtyp të 11 prillit. – Për rrjedhojë ne rikonfirmojmë vlerësimin për borxhin sovran afatgjatë dhe afatshkurtër në monedhë vendëse apo të huaj për Shqipërinë në ‘B+ nga B’. Parashikimi “i qëndrueshëm” reflekton parashikimin tonë se Shqipëria do të ndjekë politika të shëndosha fiskale dhe ekonomike të lidhura me përpjekjet për integrimin në Bashkimin Europian”.

Praktikisht Agjencia Standard & Poor’s i është kthyer vlerësimit që kish dhënë për Shqipërinë deri në dhjetorin e vitit të shkuar kur e uli në B. “Opinioni negativ për Shqipërinë, – deklaronte asokohe  agjencia e vlerësimit – reflekton mundësinë që gjatë vitit të ardhshëm ky vend të zhvlerësohet sërish për shkak se rreziqet e mëdha gjatë procesit të ristrukturimit do të rrisin stokun e borxhin”. Me sa duket agjencia ka ndërruar mendim brenda pak muajve dhe ka besim në politikat e qeverisë që me nëshkrimin e marrëveshjes me Fondin Ndërkombëtar Monetar, në bazë të të cilës pret të përfitojë rreth 1 miliard euro kredi të buta në tre vjet, është angazhuar të ulë deficitin primar të vendit dhe borxhin publik nga 71% të Prodhimit të Brendshëm Bruto që është tani, nën 60% në vitin 2019.

 

Roma. Cna: 35 mila italiani dipendono da imprese con titolare straniero

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I dati della ricerca “Imprenditori e cittadini di questa città” su un campione di 400 imprese a Roma e provincia

Roma, 14 aprile 2014 – Oggi le imprese a titolare straniero a Roma e provincia impiegano 35.300 italiani e 96.800 stranieri. Gli imprenditori stranieri hanno un’età media inferiore a quella del totale (italiani e non). Sono istruiti (18,8% laureati) e per lo più provengono da Paesi extra Ue. Nel 50% dei casi sono ditte individuali. Nella ristorazione le realtà più grandi, con una media di 3 addetti.

Sono alcuni dei dati presentati il 9 aprile a Roma da Cna World ed Eures che, con il contributo della Camera di Commercio, hanno condotto la ricerca “Imprenditori e cittadini di questa città” su un campione di 400 imprese. Un titolo scelto a partire dall'esperienza e dalle battaglie di Cna World, nata cinque anni fa per rappresentare gli interessi degli imprenditori stranieri (51mila a Roma e provincia) e che oggi associa 1.000 aziende.

Gli imprenditori stranieri sono conosciuti solo dall'Agenzia delle Entrate, da Inps e Inail, ma non all'anagrafe: per questo Cna World si batte per il riconoscimento della cittadinanza e del diritto di voto amministrativo. Con il convegno del 9 aprile si apre nuova fase, come ben dimostra la presenza degli interlocutori economici della città e si ricorda che gli stranieri, a Roma, sono un motore di sviluppo e non più solo un'emergenza sociale. Le nazionalità più rappresentate sono quella bengalese, cinese ed egiziana - soprattutto nel commercio e nei servizi di accoglienza - e dell'Europa dell'Est - soprattutto nell'edilizia. Il 46% degli imprenditori stranieri era lavoratore irregolare.

Un imprenditore su due vede Roma come la città in cui costruire un futuro, insieme alla famiglia: il 52% degli imprenditori stranieri intervistati vive infatti nella Capitale con coniuge e soltanto uno su quattro vive solo. Nell'81,6% dei casi gli imprenditori immigrati immaginano che anche tra 20 anni vivranno in Italia. Il 98,2% delle risorse economiche acquisite attraverso l’attività di impresa è stata reinvestita in Italia. Oltre l'80% del capitale necessario alla costituzione delle imprese straniere di Roma risulta costituito da risparmi personali, accumulati grazie al lavoro in Italia (69%) e nel paese di origine (13,3%). Soltanto il 10,1% del capitale proviene dal sistema bancario, cui hanno fatto ricorso più frequentemente le imprese della ristorazione (14,8%) e del commercio (11,7%). Non manca una piccola parte che ha fatto ricorso a circuiti che, a giudicare dal tipo di risposte, illeciti: il 5,1% del campione dice di aver ricevuto prestiti da privati e l'1,5% da soci o investitori. Ed è proprio il rapporto con le banche l'argomento su cui gli imprenditori intervistati chiedono maggiori tutele (24,4%).

E le pubbliche amministrazioni? Quattro su dieci giudicano positivo l'atteggiamento delle istituzioni locali di fronte alla loro iniziativa imprenditoriale; tre su dieci negativo e tre mostrano un giudizio neutro. I giudizi più positivi verso gli enti locali provengono per lo più dalle aziende aperte tra il 2003 e il 2007. Nonostante 6 imprese su 10 (il 61%) indichino nel 2013 una flessione del fatturato, non si riscontra alcuna contrazione in termini occupazionali, presentandosi invece nel 2013, per il 95,3% delle imprese un mantenimento dei livelli dell'anno precedente. Il risultato è che oggi le imprese a titolare straniero impiegano 35.300 italiani e 96.800 stranieri. La quasi totalità del campione dichiara di essere “molto” o “abbastanza integrato” nella vita economica italiana e in quella sociale e culturale.

A dichiararsi più integrati, gli immigrati che risiedono stabilmente in Italia da oltre 20 anni e le donne. Sono gli imprenditori provenienti dal continente americano a sentirsi più spesso in credito con il nostro Paese (23,5%), così come gli immigrati presenti in Italia da oltre 20 anni (18,3%), gli over 50 (17,6%) e le donne (18,3%). Al contrario, una sensazione di maggiore gratitudine e di “debito” verso l'Italia si rileva tra gli imprenditori europei (16,4%), tra quelli di immigrazione più recente (17%) e tra i più giovani (18,8%).

 


Alle Olimpiadi delle Neuroscienze la numero uno è Anna Pan

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La diciassettenne di origine cinese vince le selezioni nazionali. Volerà a Washington per rappresentare l’Italia. “Non sono una secchiona, ho tanti amici e mi piace divertirmi”

Roma, 14 aprile 2014 - La vincitrice delle Olimpiadi italiane delle Neuroscienze 2014 è Anna Pan. Studentessa del Liceo scientifico “A. Antonelli” di Novara, ha diciassette anni ed è nata a Bellinzago da genitori cinesi.

Una materia insolita quella della neuroscienza per una ragazza della sua età. “Me l’ha fatta scoprire la mia insegnante di scienze e subito mi sono appassionata. Ho studiato in estate. Ho cercato di approfondire, mi sono creata un piccolo piano di studi. E ora eccomi qua”.

La competizione internazionale si sviluppa su tre livelli, che mette alla prova studenti delle scuole medie superiori. “Ragazzi e ragazze di tutto il mondo – spiegano gli organizzatori - competono per stabilire chi ha il “miglior cervello” su argomenti come l’intelligenza, la memoria, le emozioni, lo stress, l’invecchiamento, il sonno e le malattie del sistema nervoso”.

Anna Pan non è la prima seconda generazione ad aver vinto il titolo olimpionico, infatti già l’edizione del 2010 fu vinta da Klajdi Zeneja, bresciano di origine albanese.

La campionessa prima di competere per il titolo nazionale ha dovuto passare la fase locale nei mesi precedenti. Sabato 12 aprile, 54 aspiranti scienziati, tre per ogni regione, si sono sfidati per 4 ore a suon di quiz e analisi. “È stata dura, non mi aspettavo tanto, chissà i miei amici come mi prenderanno in giro”.

Ad agosto lacampionessa olimpionica volerà a Washington D.C. per rappresentare l’Italia nell’ultima fase dalle Olimpiadi, l’International Brain Bee Competition.

Nella vita di Anna non c’è solo lo studio. “Non sono una secchiona – ha raccontato al Corriere della Sera - ho tanti amici e mi piace divertirmi. Però è vero che se devo scegliere tra un libro e un’ora di palestra preferisco il primo: la lettura è la mia grande passione, leggo di tutto, soprattutto storie e romanzi. Mica penserete che passi tutto il mio tempo sui testi di neuroscienze?”

Samia Oursana, Italianipiu.it

Facebook dhe 100 superheronjtë që luftojnë racizmin

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Rrjeti social pohon: “Sinjalizimet e përdoruesve të rrjetit në mbarë botën administrohen nga rreth 100 ekspertë poliglotë”. Duhet të mbikëqyrin 1,2 miliardë përdorues. Si ia dalin mbanë? Të intervistosh një prej tyre duket se është e pamundur.

Romë, 15 prill 2014 – Harrojini Superman, Batman, Spider-man. Harrojini edhe tutat speciale e pelerinat. Në epokën e social network, superheronjtë nuk fluturojnë në qiell, nuk ngasin makina superfuturiste e nuk lëshojnë rrjeta merimangash nga kyçet e duarve. Luftojnë të këqinjtë të ulur përpara një kompjuteri, si 100 “ekspertët e kualifikuar” që mbikëqyrin kundër racizmit në Facebook.

Është vetë Facebook që i zbulon ekzistencën e tyre portalit Stranieriinitalia.it. Një nga të paktat përgjigje që është arritur të merret nga zyra e shtypit italiane, Burson-Marsteller e Milanos, që kur portali kërkon shpjegime mbi mënyrën se si rrjeti social më i njohur në botë lufton (me rezultate të dobëta) përhapjen e faqeve, grupeve, fotografive dhe materialeve të tjera raciste.

Në veçanti, nuk arrihej të kuptohej pse grupe si “Sei un negro se” duhet të vazhdonte të qëndronte online me gjithë senjalizimin e bërë nga Stranieriinitalia.it. Dukej absurde që Facebook fillimisht u përgjigj se nuk e hiqte sepse nuk shkelte standardet e komunitetit, pikërisht ato standarde sipas të cilave nuk lejohen “përmbajtje që nxisin urrejtjen” apo “diskriminimin e personave në bazë të racës, etnisë, kombësisë, besimit fetar, gjinisë, orientimit seksual, paaftësisë apo sëmundjes…”.

Në të vërtetë, brenda pak ditëve ai grup u mbyll, ndoshta falë sinjalizimeve të shumë lexuesve, që ndërkohë ishin bërë pjesë e grupit “Fuori il razzismo da Facebook”. Edhe zyra e shtypit lajmëroi për ndërrimin e mendimit mbi “Sei un negro se”: “Facebook mbylli grupin sepse shkell rregullat e sigurisë”. Por pjesa më interesante e përgjigjes nisur Stranieriinitalia.it është një tjetër.

“Sinjalizimet e përdoruesve – shpjegojnë nga Burson-Marsteller – administrohen nga një grup i posaçëm, Safety Team i Facebook-ut, i përbërë nga rreth 100 ekspertë të kualifikuar në kuadrin e sigurisë të shpërndarë në selitë e Dublinit (Irlandë), Menlo Park (Kaliforni), Austin (Teksas) dhe Hyderabad (India) që janë aktivë 24 orë në ditë për 7 ditë në javë”.

Anëtarët e Safety Team flasin shumë gjuhë të botës dhe kjo u lejon atyre të kuptojnë sa më mirë çdo ngjyrim gjuhësor e kulturor të materialeve të sinjalizuara nga përdoruesit. Safety Team i jep një rend përparësie sinjalizimeve sipas rëndësisë së përmbajtjes, vlerëson informacionet e vepron duke mbyllur apo hequr materialet nga Facebook në rast se shkelin kriteret tona”.

Me pak fjalë, Facebook thotë se sinjalizimet e personave për përmbajtje që nxisin racizmin administrohen nga njëqind super-ekspertë poliglotë.

Duhet të kenë super-fuqi nëse janë vërtet të aftë të mbikëqyrin mbi 1,2 miliardë persona. E thënë ndryshe, 12 milion persona për kokë. Është njësoj sikur siguria e të gjithë italianëve të ishte në dorë të vetëm 5 policëve. Më falni, super-policë, Robocop të aftë të punojnë 24 orë në ditë, për 7 ditë në javë, e pse jo, pa kërkuar rrogë ekstra.

Të magjepsur nga këto pohime fanta-shkencore iu kërkua zyrës së shtypit Facebook nëse ishte e mundur të intervistohej një prej këtyre ekspertëve që flet italisht e që për rrjedhojë administron sinjalizimet që mbërrijnë nga Italia. Thjesht për ta pyetur sa sinjalizime për materiale që nxisin urrejtjen i mbërrijnë mesatarisht në ditë? Apo për të mësuar, pse kur sinjalizon një person i vetëm Facebook përgjigjet se materiali nuk nxit racizmin, ndërsa kur sinjalizimet shumëfishohen ndërron mendim dhe e mbyll faqen, profilin, grupin, apo bllokon fotografinë, komentin e akuzuar?

Ka kaluar më shumë se një muaj e akoma nuk është parë një përgjigje. Por arsyeja mund të jetë vetëm një: me gjithë atë që kanë për të bërë 100 superheronjtë, vështirë se gjejnë edhe kohë për intervista.

Elvio Pasca

Shqiptari i Italisë
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Dënimi i Berlusconit. 4 orë në javë punë vullnetare

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Gjithsej 168 orë - plot 7 ditë!!! - punë vullnetare në 10 muaj e gjysmë

Romë, 15 prill 2014 – Mbërriti më në fund vendimi i gjykatës së Mbikëqyrjes së Milanos mbi mënyrën e shlyerjes së dënimit nga i dënuari i famshëm për mashtrim fiskal Silvio Berlusconi.

Do të bëjë punë vullnetare pranë një qendre për të moshuarit. Jo përditë, vetëm 4 orë në javë. Pjesën tjetër të kohës duhet ta kalojë në Lombardi. Por jo të gjithën, nga e marta në të premte mund të shkojë në Romë. Duhet të kthehet në shtëpi brenda orës 23.00. Këtë duhet ta bëjë përditë, ama.

Aktivitet politik? Mund ta bëjë sa të dojë, në Romë e në Lombardi, me kërkesë të tijën, mund të shkojë edhe në ndonjë qytet tjetër për të mbajtur ndonjë miting.

Ky është dënimi që 77 vjeçari Silvio Berlusconi duhet “të vuajë” për mashtrim fiskal me të drejtat televizive, vepër penale për të cilën është dënuar me vendim të formës së prerë, veç qëndrimit larg posteve publike për dy vjet edhe me katër vjet heqje lirie, tre prej të cilëve të zbritur falë amnistisë së fundit e që nuk shkon në burg por duhet të shlyejë periudhën e dënimit me forma alternative. Me arrrest shtëpie apo pranë shërbimeve sociale.

Arresti shtëpiak do të ishte problem për Berlusconin potikan sepse nuk do t’i mundësonte aktivitetin politik. Ndaj vendimi i marrë sot nga Gjykata e Mbikëqyrjes e Milanos, nuk ka si të mos i pëlqejë.

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Pistoia. 20 vjet burg G. Haxhillarit dhe 16 vjet F. Krajës për vrasjen e famullitarit

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Në dhjetor 2012 vranë në mënyrë barbare famullitarin Mario Del Becaro të Tizzanës në Pistoia. Bashkë me ta janë dënuar edhe dy të tjerë, B.Haxhillari dhe A. Kraja por vetëm me 6 vjet i pari dhe 1 vit e 8 muaj tjetri

Romë, 15 prill 2014 – Gjykata e Pistoias ka dhënë sot në mëngjes Gazmor Haxhillarin dhe Fation Krajën me, përkatësisht, 20 dhe 16 vjet burg. Për gjykatësit janë ata autorët e vrasjes së dom Mario Del Becaro, famullitar i Tizzanës në provincën e Pistoias.

Dënime, më të lehta se të parat, edhe për dy shqiptarë të tjerë të konsideruar bashkëpunëtorë të të parëve: 6 vjet burg për Bledar Haxhillarin dhe 1 vit e 8 muaj për Arbër Krajën.

Famullitari u gjet i vdekur në shtëpi të tij më 29 dhjetor 2012. Prifti u lidh dhe u rrah egërsisht. Sipas autopsisë shkaqet e vdekjes së tij ishin mbytja nga një shirit ngjitësi me të cilin i kishin mbyllur gojën dhe pjagët e marra nga të rrahurat. Vrasësit u larguan nga vendngjarja me makinën e priftit pasi i vodhën kasafortën që mbante në dhomë.

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Dëborë në Shqipëri e Kosovë

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Në Pukë dëbora ka arritur në 60 cm. Në zona të ndryshme, vështirësi në qarkullim rrugor e në furnizimin me energji elektrike

Tiranë,16 prill 2014 - Ndonëse kemi hyrë në stinën e pranverës moti i ditëve të fundit është karakterizuar nga një rënie e ndjeshme temperaturash, erë e ftohtë, madje edhe nga reshje dëbore.   

Natën e shkuar dëbora ka zbardhur Dibrën, Pukën, Peshkopinë, zonat malore të Tropojës, qarkun e Shkodrës, rrethin e Korçës.

Sipas ATSh-së, situata më e rëndë regjistrohet në Pukë ku në disa zona dëbora ka arritur në 60 cm dhe në qarkun e Dibrës në zonat rurale dëbora e rënë arrin deri në 25 cm.

Veç vështirësive të  qarkullimit në disa akse rrugore, reshjet e dendura të dëborës kanë shkaktuar edhe probleme në furnizimin me energji elektrike më disa zona si Kalimash, Fushë Arrëz, Kukës dhe Bajram Curri.

Edhe në Kosovë dëbora thuajse e munguar gjatë dimrit ka nisur këto ditë pranvere. Kryeqyteti kosovar është zbardhur nga dëbora që nisi të bjerë dje pasdite po vazhdon të bjerë edhe mëngjesin e sotëm.

Instituti Hidrometeorologjik i Kosovës parashikonte keqësim të motit, me vranësira e reshje shiu dhe temperatura në zbritje gjatë kësaj jave.

 

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